Le Relazione di Codipendenza

Fenomenologia della modalità codipendente di stare in rapporto

Quando si parla di dipendenza affettiva si ritiene impropriamente di riferirsi ad una qualità relazionale che affligge o caratterizza un singolo individuo. Cosi tuttavia non e’. In questi casi non si deve trascurare la tematica della codipendenza affettiva, cioè di quella conformazione psicologica nella quale si stabilisce un rapporto di reciproca dipendenza non confortevole per il rapporto della coppia. 

La codipendenza affettiva si trova all’interno di un rapporto caratterizzato dalla presenza di due ruoli speculari e opposti nel quale uno dei due partner ricopre il ruolo del bisognoso di attenzione, di vicinanza o, in altre parole, di dipendenza affettiva;  l’altro partner, da canto suo, tendenzialmente ricopre il ruolo dell’evitante, del distante. Non a caso sto utilizzando il termine “ruolo” poiché rimanda ad una configurazione di rapporto che presenta delle parzialità e specificità che sono contingenti a quello specifico momento della relazione, non a una qualche indeclinabile funzione innata o individuale. 

Il mantenimento dell’equilibrio in queste situazioni tende ad essere dato dalla permanenza di ciascuno degli attori coinvolti nella posizione ricoperta giacche’, all’inversione di polarità prodotta da uno degli attori, tende a riprodursi l’inversione anche dell’altro. Si produce in tal mondo una inversione parziale dei ruoli che puo’ esitare o in un nuovo equilibrio invertito, o piuttosto in un disequilibrio.

Non concordo con quanti a vario titolo propongono di definire simili configurazioni relazionali “tossiche” o disfunzionali. Intendiamoci: Ogni situazione in equilibrio o che produce un equilibrio tra le parti e’ una situazione funzionale al benessere degli attori coinvolti. La disfunzionalita’ non sta quindi in una qualche norma statisticamente data o costruita attraverso il buon senso.  E’ piuttosto prodotto dello sconforto e dell’instabilità prodotta dalla modificazione del gioco collusivo, che impedisce la comunicazione inconscia di significati reciprocamente identificabili. 

In tal senso ritengo che l’intervento psicologico clinico che si declini al perseguimento di obiettivi di sviluppo e di scambio possa a pieno titolo intervenire positivamente dentro alle situazioni caratterizzate da codipendenza in modo funzionale a ripensare i significati, a ricostruire un equilibrio più stabile e soprattuto più consapevole.